Spazio potenziale 1973-1976
Apro, compongo e scompongo i miei telai, provo equilibri improbabili… proprietà maieutica del gioco.
Era un’opera/gioco in cui una porzione anomala del perimetro del piano, incernierata e alzata dal piano stesso, produce (interagendo con l’ombra proiettata)
piani sfasati, imprevedibili, spazi ambigui, “spazi potenziali”.
So vagamente che Winnicott ha usato la definizione di “spazio potenziale” come argomento di recupero in analisi.
Qualcosa che ha a che fare con la proposta di recupero del linguaggio espressivo (non solo della parola) perseguito usando del gioco come mezzo terapeutico – proprio riconoscendo al gioco una sorta di proprietà maieutica.
Mi piace questa associazione e la relazione fra il mio spazio potenziale e il gioco praticato in arte.