Materici 1957-1959
I muri ammalorati, il selciato rappezzato, grumoso, perfetti modelli di casualità in trasformazione continua
Quella decina di quadri materici e quella cartella di tempere e disegni, sono nati quasi di nascosto nell’aula di Funi in Brera…
E nelle gallerie dove cercavamo di pensare all’arte in modo più attuale si esponeva informale, tanto informale…
E allora, i muri, e il selciato e l’asfalto che vedevamo camminando per strada non erano opere informali pronte, già fatte?
Le sceglievamo sul nostro percorso come per un’ideale pinacoteca moderna che controllavamo nel cambiamento che subivano come perfetti modelli di casualità…
Così mi provavo, a volte nell’aula deserta, fuori lezione, di pomeriggio, a impastare e stendere su juta grossolana, cartone ondulato e masonite, strati di sabbiavinavilgessoliquidobitume nelle variabili possibili di sequenze nel tentativo di isolare e trasferire su dimensioni definite quell’intonaco ammalorato provato dal colpo della martellina che lasciava segni regolari sopra quell’evento solo apparentemente casuale o quella zona di asfalto con quegli accadimenti più o meno provvisori mobili: un rettangolo slabbrato di carta piegato e trascinato, un pezzo di corda sfilacciato e curvato come una C.